ECONOMIA
Da agosto 2022 a marzo 2023 è diminuito di 25 miliardi di euro il saldo totale dei conti correnti degli italiani.
SU ENER2CROWD LA RENDITA NETTA SI ATTESTA TRA IL 4,8% ED IL 5,9%, CONTRO UNA MEDIA DEI CONTI DEPOSITO PARI AD UN NETTO DELLO 0,84%: I «CONTI DI PAGAMENTO DIGITALI» BATTONO LE ALTRE OFFERTE OGGI PRESENTI SUL MERCATO
Lasciare i soldi sul conto corrente invece non rende proprio nulla ed anzi il capitale viene eroso. Il saldo totale dei conti correnti, dopo i costanti aumenti del quinquennio 2017-2021, da agosto 2022 a marzo 2023 è diminuito di 25 miliardi di euro.
Secondo le proiezioni elaborate da Ener2Crowd.com, la prima ed unica piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, insieme agli specialisti del GreenVestingForum, basandosi sui dati della Banca d’Italia, sui nostri conti correnti ci sono oggi ben 25 miliardi di euro in meno.
«Così l’inflazione ha depauperato gli italiani. Ma non sono tanto le maggiori spese necessarie per fronteggiare l’aumento dei prezzi a preoccuparci, quanto l’erosione del capitale fermo sui conti» sottolinea Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd nonché Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde.
Inflazione e caro-vita invertono la nostra tendenza al risparmio dopo il periodo di crescita costante degli accumuli bancari che hanno caratterizzato il quinquennio 2017-2021. In particolare da agosto a novembre 2022 —e questa non è una proiezione, ma un dato certo— il calo è stato dell’1,5%, pari a ben 18 miliardi di euro in meno, passando dai 1.177 miliardi di euro di agosto 2022 ai 1.159 miliardi di euro di novembre 2022.
L’eclatante inversione di tendenza sulla propensione all’accumulo dei correntisti italiani arriva dopo un lungo periodo di incremento dei saldi dei conti correnti che sono passati da 967 miliardi di euro (dicembre 2017) a 990 miliardi di euro a dicembre 2018 (+2,4%), per salire a 1.044 miliardi di euro a dicembre 2019 (+5,5%), a 1.110 miliardi di euro a dicembre 2020 (+6,3%) e poi ancora a 1.144 miliardi di euro a dicembre 2021 (+3,1%).
Da dicembre 2021 a dicembre 2022 vi è invece stato un crollo (con un -1,7% di depositi nei conti correnti bancari) e tale tonfo si acuisce maggiormente prendendo in considerazione il periodo che va da dicembre 2021 a marzo 2023 che, nella proiezione elaborata da Ener2Crowd.com, segna un -2,2%.
«Un’ulteriore conferma alla situazione problematica che stanno vivendo le famiglie italiane arriva inoltre da quello che è l’andamento dei debiti, che segnano un incremento di quelli “a consumo” ed una tenuta di quelli “a scopo personale”» aggiunge Niccolò Sovico, CEO, ideatore e co-fondatore della società benefit proprietaria della piattaforma Ener2Crowd.com.
A fine 2022, l’ammontare dei prestiti per il consumo e dei finanziamenti a scopo personale si è infatti attestato complessivamente a 256 miliardi di euro, in crescita rispetto a gennaio dello stesso anno (+1,5%) e superando quindi il trend costante di aumento all’1,2% dal 2017, nonostante l’aumento dei tassi di interesse che dovrebbero invece frenare le richieste.
«Per i prossimi 2 anni —sottolinea Giorgio Mottironi— l’inflazione resterà poi a livelli ancora particolarmente elevati: si dovrà attendere il 2025, con un po’ di fortuna, per vedere rientrare l’indice dei prezzi al consumo al 2% medio nell’area euro. Insomma quest’anno ed il prossimo i prezzi continueranno a salire in misura considerevole, con perspicue conseguenze negative per tutti gli italiani».
In questo scenario diventa quasi impossibile proteggere i propri risparmi rivolgendosi alla finanza tradizionale. I mercati azionari sono del tutto instabili, si corrono grandi rischi, anche quelli di perdere l’intero capitale. Vedasi anche il recentissimo collasso della Silicon Valley Bank e le conseguenti onde d’urto globali su mercati che già sono alle prese con inflazione, strette monetarie ed incertezze geopolitiche; oppure il crollo del Credit Suisse che lo scorso il 15 marzo in borsa ha perso il 24,2% dopo aver toccato anche un -30%, innescando una tempesta di vendite sull'intero comparto bancario in Europa che hanno portato i listini a ripiegare drasticamente verso il basso.
«Lasciare i soldi sul conto corrente, d’altra parte, non rende nulla ed anzi —soprattutto in tempi di alta inflazione come questi— il capitale viene eroso» commentano gli specialisti di Ener2Crowd.com, sottolineando come un po’ meglio possa essere la scelta di ricorrere ai conti deposito, che stanno tornando in auge.
Le banche hanno infatti adeguato la loro offerta ai tempi che corrono, consentendo di ottenere rendimenti migliori facendo ricorso proprio a questo strumento. «Ma attenzione che i conti deposito sono solo una parziale difesa contro l’inflazione che erode il capitale e non si è del tutto esenti dai rischi perché il tasso d’interesse è inversamente proporzionale alla stato di salute dell’istituto di credito proponente» mette in guardia il CSO di Ener2Crowd, Giorgio Mottironi.
Le banche in potenziale sofferenza sono quelle che offrono i tassi più interessanti oggi sul mercato, richiedendo comunque di vincolare la liquidità e consentendo di ottenere rendimenti effettivi di molto inferiori al 3%.
Confrontando i migliori conti deposito analizzati da SOS Tariffe (ConfrontaConti.it) aggiornati al 18 marzo 2023, come riportati anche nell’apposita sezione de IlSole24Ore, scopriamo che l’offerta più remunerativa considerando di vincolare mille euro a 12 mesi prevede un tasso netto del 2,44% ed ha proporla è un istituto semi-sconosciuto. A prendere invece in considerazione il Conto Arancio di ING, sempre per mille euro a 12 mesi, il tasso netto è dello 0,84% (1,13% lordo).
Tra la migliore offerta (tasso netto 2,44%) e la peggiore (tasso netto 0,11%), la media del tasso di remunerazione è pari ad un esiguo 1,275%, insomma rendimenti che in nessun caso proteggono effettivamente il potere d’acquisto degli italiani.
Per proteggere il capitale ed avere rendimenti sicuri sopra il tasso d’inflazione, ci sono invece i “conti di pagamento digitale” che in alcune circostanze —ed è questo il caso di Ener2Crowd— consentono di avere rendimenti fino all’8% annuo.
«Sostenute e rappresentate dalla sempre più grande comunità di “investitori etici”, le performance finanziarie di Ener2Crowd.com sono eccezionali non solo in termini quantitativi ma anche per il bassissimo profilo di rischio delle operazioni» enfatizza Niccolò Sovico.
«Ad oggi —prosegue il CEO di Ener2Crowd— il nostro tasso di default è pari a zero, il 99,1% dei pagamenti sono puntuali ed il ritardo massimo che abbiamo registrato è stato di appena 9 giorni, a fronte di un rendimento medio annuo del 6,6%».
Dati che confermano come gli strumenti della finanza alternativa, abbinati alla grande missione della transizione energetica sostenibile, siano uno strumento in grado di generare e condividere valore con stabilità e serenità degli investitori.
La mission della piattaforma è quella di aprire a tutti le porte di un mondo dai grandi benefici economici ed ambientali ed attivare un processo di reale e profonda condivisione grazie ai progetti che i grandi player del settore energetico portano sulla piattaforma.
Dal punto di vista dei benefici ambientali, grazie alle 5.600 ton CO2 abbattute ogni anno, ogni euro investito produce una riduzione di emissioni di CO2 pari a 0,46kg per ogni anno di durata del finanziamento.
Dal punto di vista dei benefici economici, il rendimento medio offerto da tutto il portafoglio si attesta appunto al 6,6% lordo annuo (promozioni e bonus esclusi).
Al 31 dicembre 2022 il movimento di finanza alternativa e sostenibile rappresentato dalla comunità di investitori di Ener2Crowd ha sostenuto progetti per un volume totale di 13,2 milioni di euro, tutti fondi provenienti da soggetti «non professionali» o «non istituzionali». Piccoli investitori e risparmiatori che si sono incontrati nel mettere a disposizione le proprie risorse monetarie presenti, per un futuro di maggiore disponibilità e migliore accesso per tutti a risorse ecosistemiche fondamentali per una vita dignitosa ed in equilibrio con gli ecosistemi naturali in cui queste si svolgono. La redistribuzione si è attestata a 2,16 milioni di euro, con una crescita della ricchezza impiegata pari al 16%.