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Con il fotovoltaico in autoconsumo si riesce a risparmiare i 2/3 del costo totale della materia prima energia
«Decuplicata la spesa con cui il nostro comparto produttivo e la nostra dimensione sociale hanno operato e vissuto dal 2004 al 2020» osserva Moreno Scarchini, ceo di EnergRed, E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane.
Nel comparto dell’energia
sta accadendo ciò che fino ad oggi non si era mai verificato. La situazione sembra
irreversibile e così molti operatori del mercato dell’energia
stanno cominciando ad arrendersi. A lanciare l’allarme
questa volta è EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel
sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, che —seppure in un
contesto poco favorevole— è riuscita a realizzare un virtuosissimo impianto di energia 100% da fonte solare in autoconsumo consentendo WBO ItalCables —senza dover affrontare alcun onere finanziario o gestionale— di
poter godere di energia elettrica per i prossimi 20 anni un prezzo record
assoluto per il
nostro Paese: 94
euro al megawatt/ora.
«Questo prezzo
corrisponde al 14,75%
dell’attuale PUN (prezzo unico
nazionale) e ad un
terzo del costo totale della materia prima energia» mette in evidenza Giorgio
Mottironi,
responsabile marketing di EnergRed.
Il solare in autoconsumo è l’unica àncora
di salvezza per le aziende italiane: basti pensare cha a gennaio 2021 il PUN era pari a
circa 60 euro al megawatt/ora, mentre a gennaio 2022 è salito a 224 euro (373%), arrivando poi oggi a 637 euro (1.062%).
«Insomma, la spesa con
cui il nostro comparto produttivo e la nostra dimensione sociale hanno operato
e vissuto dal 2004 al 2020 è decuplicata» osserva Moreno Scarchini, ceo di EnergRed.
Eppure fino all’anno scorso
si puntava ancora ad una riduzione dei prezzi dell’energia in ottica 2023. «Non potrà mai
accadere, basta vedere la drammatica situazione dei contratti a
termine sul 2023» è lapidario Moreno Scarchini,
La spesa per la materia
prima energia in Italia si avvia così quest’anno a superare i 100 miliardi di
euro. «Per fine anno
prevediamo un PUN medio a oltre 350 euro al megawatt/ora su base annua, con
possibili rincari
per le imprese fino a 500 o 600 euro al megawatt/ora» pronosticano gli analisti
di EnergRed.com.
«La nostra previsione
è che anche nelle migliori delle ipotesi —proseguono gli esperti— il PUN in Italia
avrà almeno fino al 2030 un valore medio di 160-180 euro al megawatt/ora, il triplo di
quanto ci eravamo abituati a pagare».
Certo è che gli operatori
sul mercato elettrico hanno subito perdite negli ultimi 3 anni stimabili in circa 120 miliardi di
euro, dovute
proprio ad un forte scostamento tra le loro previsioni dei prezzi sul mercato a
termine (di solito contratti ad un anno) ed i prezzi che si sono verificati
effettivamente sul mercato elettrico giornaliero che copre circa il 95% dei
consumi totali del Paese.
«Queste perdite
dovranno essere recuperate nel tempo nell’unico
modo possibile, ovvero attraverso una vendita con giusto margine dell’energia elettrica,
aspetto che manterrà alti i prezzi
anche in caso di loro progressiva decrescita» spiega Giorgio Mottironi.
Ma è anche vero che questa
situazione rende
il solare ancora più competitivo, potendo garantire anche alle aziende più piccole
autoconsumi con prezzi intorno ai 170 euro a megawatt/ora,
omni-comprensivi.
«Purtroppo, in
Italia la
produzione da fonte fotovoltaica ha ancora un peso troppo basso: i dati Terna
parlano di un 40%
di energia da fonti rinnovabili di cui solo un quarto (o poco più) dal solare e dunque invece di sfruttare
l’aumento delle ore di
irraggiamento annue ci esponiamo ai rischi derivanti dal cambiamento climatico
che si riflettono sui venti e sulla disponibilità di risorsa idrica» mettono in evidenza gli
analisti di EnergRed.com.
Anche gli operatori sono
ormai coscienti che quella che stiamo vivendo è una situazione
strutturale legata sia ad una troppo
elevata dipendenza da fonti fossili che —e soprattutto— ad un increscioso
ritardo nello sviluppo delle rinnovabili.
«Il PNIEC punta ad installare altri 50GWp di impianti solari ma vi sarebbe spazio per almeno 80GWp che porterebbero —oltre ai benefici ambientali e sociali— ad un risparmio, ripagati tutti i costi di investimento e di gestione, di almeno 22 miliardi di euro all’anno per i prossimi 10 anni» concludono gli analisti di EnergRed.com.