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Villa d’Este: ai vertici del lusso alberghiero mondiale
All’epoca in cui Villa d’Este fu costruita, l’entrata era dalle sponde di uno dei più romantici laghi del mondo, quello di Como. Si arrivava in barca a remi su vie d’acqua più agevoli e più riposanti delle strade di terra. Da lontano si potevano percepire i contorni della facciata che risaltava sullo sfondo scuro degli alberi e avvicinandosi se ne definivano lentamente i dettagli. Il tremolio della superficie del lago rendeva fluida l’immagine, che sembrava nascere direttamente dall’acqua.
Oggi ci si arriva in automobile da Cernobbio su strada asfaltata oppure anche in elicottero, atterrando sulla pista privata dell’albergo: i tempi di arrivo sono più veloci. Non appena si inizia ad attraversare il parco si è presi nella malia di questo luogo che induce alla riflessione e che talvolta ispira lievi, benefiche malinconie. Nei suoi 40 mila metri quadri di parco si procede, sotto alberi maestosi con tronchi secolari, fino a giungere alla Villa, che in realtà è un palazzo nei secoli dimora di un’imperatrice, di una regina e di illustri famiglie aristocratiche per poi essere trasformato in hotel nel 1873.
Questa residenza fu voluta dal Cardinale Tolomeo Gallio, fu poi del suo erede, il duca di Alvito e quindi dei conti Marliani, dei marchesi Calderara, fino ad arrivare a Carolina di Brunswick, principessa di Galles. Poi ancora fu dei principi Torlonia e dei principi Orsini: molti secoli e molti blasoni. Alla fine del medioevo una piccola comunità di suore, attirata dalla pace e dalla solitudine, scelse di stabilirsi qui per scampare ai pericoli della guerra civile. Così il rifugio tra i boschi divenne un piccolo monastero fino a quando il cardinale Gallio, erede a Como di una delle più importanti famiglie di setaioli, decise di acquistarlo e chiamò Pellegrino Pellegrini di Valsolda, illustre e rinomato architetto, a realizzare il suo progetto. La Villa fu terminata nel 1568 e fu subito considerata d’esempio per l’armonia della sua architettura e dei giardini. L’idea rinascimentale di “villa” era quella di un mondo concluso dove si poteva realizzare il progetto di vivere nella bellezza, di sfidare la vivacità dell’intelletto nella filosofia, di ricercare la perfezione. L’ambiente naturale doveva essere esclusivo.
Per due secoli la proprietà rimase agli eredi della famiglia Gallio, poi fu abbandonata. Nel 1815, Carolina di Brunswick-Wolfenbuttel, principessa di Galles e futura moglie di Giorgio IV quindi futura regina d’Inghilterra, se ne innamorò e decise di acquistarla. Fu lei che la chiamò Nuova Villa d’Este in onore di Guelfo d’Este, antenato comune alla famiglia della principessa e alla Casa Hannover da cui discendeva il marito. “Nuova”, per evitare confusioni con la Villa d’Este di Tivoli nei pressi di Roma. La principessa si circondò di artisti e di architetti: rinnovò e abbellì senza badare a spese. Ma ben presto i debiti divennero insostenibili e il principe Torlonia, banchiere, subentrò nel possesso dei luoghi. Seguirono poi altri proprietari e anche famosi affittuari, tra i quali la zarina Maria Fedorovna che vi soggiornò dal 1868 al 1873, quando gli eredi del barone Ciani, ultimo proprietario, ne decisero la trasformazione ad albergo. Tutto doveva cambiare, senza che nulla cambiasse. Soprattutto doveva rimanere inalterato il Genio esclusivo e aristocratico del luogo. È di quell’epoca la splendida terrazza e il Padiglione della Regina che ospita le camere con vista sul lago, altro attore comprimario su questa scena.
Il Lago di Como è lungo 45 chilometri ed è largo solo 3, quindi non si apre mai a panorami sconfinati ma solo a visioni circoscritte, inquadrature che seguono sempre l’andamento della riva opposta. La luce e le stagioni giocano con le coste dei monti che si riflettono nelle acque che virano dal verde cupo all’azzurro con increspature d’argento. Gli alberi, vecchi di secoli, fanno ombra a bordo d’acqua e ospitano condomini d’uccelli petulanti. Il loro cinguettio è a volte l’unico rumore, il resto è solo sciacquii e lievi brusii. Nell’insenatura attraccano le barche di chi ancora vuole arrivare dall’acqua e dondola, acqua sull’acqua, la piscina riscaldata.
Non più dimora di famiglia ma albergo, conserva l’aristocratica atmosfera di una residenza esclusiva, con scale monumentali a doppia rampa, archi, marmi e pavimenti policromi e, ovunque, volumi imponenti e principeschi. Oggi completamente rinnovata Villa d’Este offre i più alti standard dell’ospitalità, riconfermandosi come una delle più leggendarie mete turistiche. Nella sala principale domina la marmorea carnalità nella Venere incoronata da Eros, statua attribuita al Canova acquistata dalla principessa Carolina di Brunswick che la teneva nella sua camera privata: un indizio che aiuta a svelare carattere e sentimenti della nobildonna.
Le camere hanno dimensioni inconsuete e così anche i bagni che sono grandi come le normali camere d’albergo. Arredi e boiserie, tappeti e tappezzerie, stucchi e decori, lampadari e quadri: tutto è in stile o è d’epoca. Tutto avvolge, scintilla, appaga la vista e il tatto. Ogni camera ha un balcone, con impareggiabile vista. E, nel parco, il percorso ha inizio tra due cascate che scendono dal pendio. C’è un putting green e 8 campi da tennis. Nel basement si può anche giocare a squash, c’è una sala per esercitarsi con il golf elettronico e tutte le seduzioni offerte dal centro benessere: saune, massaggi e argille tonificanti.
Tre sono i ristoranti a disposizione degli ospiti: la Veranda affacciata sul lago e, più informali, la Terrazza e il Grill. Ovunque: decoro, belle tavole, attenzione ai particolari e soprattutto, grande, il servizio. Nel ristorante principale, la Veranda, la piccola colazione, il pranzo e la cena vengono serviti in un’atmosfera elegante e raffinata dalla quale si gode di una splendida vista. Poi, attraverso un’ escursione in barca, i clienti più esigenti hanno inoltre la possibilità di ammirare i villaggi caratteristici e le meravigliose ville sulle sponde del lago, la cui bellezza ha ispirato poeti, scrittori e compositori.
Villa d’Este si pone così ai vertici del lusso alberghiero mondiale, rappresentandone una delle più alte espressioni. Qui non si giunge per caso, ma per precisa scelta. Esclusiva e patinata dai secoli nella trasformazione da residenza privata ad albergo, Villa d’Este ha conservato la sua anima. Nel rispetto dei luoghi e dell’architettura, ci sono tutte le tecnologie più moderne.
Attori, politici, artisti, uomini e donne protagonisti della nostra società hanno scelto di passare qui momenti del loro tempo libero. Le motivazioni della scelta sono state, sono e saranno individuali e diverse, ma comune rimane il piacere della privacy, l’appagamento dato dal paesaggio, il gusto di assaporare questa dimensione temporale preziosa.